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Perchè non ridiamo più

Lettere

Perché non ridiamo più?

A Silvana

“Quando eravamo ragazze e stavamo tutte a casa, ci divertivamo un sacco e bastava poco per ridere; la nostra era una famiglia gioiosa, ridevamo sempre. Poi da quando mi sono sposata, lentamente ho smesso di ridere. Mio marito é una persona seria e, quando io cominciavo a ridere, mi rimproverava "Ma che hai da ridere? cerca di essere seria!".
Perché non ridiamo più?”
Alla nascita il nostro corpo é sano e funziona così com’é stato programmato. Il corpo inizia un nuovo respiro...alla luce del sole. Quindi, succhiamo il latte, vomitiamo, gridiamo il nostro bisogno, vediamo con il terzo occhio, sentiamo l’energia dell’altro, ridiamo, piangiamo, evacuiamo. Questo cucciolo, sente e vede l’energia attorno a sé, é un corpo anima-le; non c’é tempo e spazio. E’ totale, intero, sano. Osserva un bambino piccolo: respira con tutto il corpo, anche il bacino partecipa al movimento ritmico dell’inspirazione-espirazione. Ride e lo fa in maniera viscerale, coinvolgente; talvolta ci preoccupa tanta forza: "sarà pazzo già così piccolo?" Piange e lo fa in maniera così totale, straziante, che, se non la smette alla svelta, noi adulti andiamo in tilt. Se vomita, semplicemente lo fa per "liberarsi" e stare meglio, così come da programma; ma con il formarsi della parola-pensiero, comincia a preoccuparsi di rassicurare chi gli sta vicino: "Scusa, non è stata colpa mia, mi è scappato...da solo".
Tutte le mamme vedono e conoscono l’eccitazione naturale del bambino quando ciuccia o quando viene toccato o accarezzato per lavarlo e pulirlo. Il bambino ha la capacità naturale di sentire e riconoscere la madre, i suoi odori, gli umori ed il suo campo energetico.
Arrivano quindi le regole legate alla cultura del posto e il cucciolo deve, alla svelta, imparare a mangiare e fare cacca ad orario, trattenere il cibo (non vomitare), deve camminare in un certo modo, non ridere, non piangere, non gridare, non eccitarsi; insomma deve imparare ad essere una persona seria, controllata: cioè il bambino deve crearsi una armatura su misura a base di contrazioni, tensioni o cuscinetti, per sostenere la mente che comincia a riempirsi, staccata, in alto.
In questo modo la “persona seria” impara a sopravvivere: respira un po’, ride un po’, piange un po’, si eccita un po’, giusto una sveltina, si arrabbia un po’, vomita in casi eccezionali: il tutto correndo, per raggiungere scopi, progetti, finalità, obiettivi e traguardi della mente, che rumina pensieri.
Le persone serie non ridono. Ridere non è serio, specie per alcuni ruoli, come funzionari in giacca e cravatta. Ridere pienamente, in maniera viscerale, è consentito fino ad una certa età; poi veniamo decisamente educati a smetterla. Impariamo quindi sorrisi di circostanza, che alla lunga diventano le maschere che indossiamo.
Qualche volta ci possiamo permettere di ridere nel privato, ascoltando barzellette. Le cose vanno un poco meglio per la gente comune, operai e contadini; va appena-appena meglio alle donne che agli uomini.
Operai e contadini non devono arrivare da nessuna parte, sono più concreti,
manuali, e pensano per fare .
Alle donne è consentito piangere, appunto perché donne, deboli, femminucce; il maschio deve essere forte, "Petrus bunnecamb, l’uomo che non deve chiedere mai", e non può permettersi di piangere.
La donna può piangere, ridere un po’, vomitare, avere una conoscenza mobile, lunare, circolare, ma cresce debole, convinta dalla serietà, dalla conoscenza lineare, solare, logica, l’analisi, il particolare, la scienza, i progetti ed il futuro del maschio. Debole, non è più libera di emozionarsi.
Nel rapporto l’uomo impone la sua forza, la sua logica lineare, la sua potenza, i suoi progetti per il futuro, definendo la donna debole, "mobile qual piuma al vento", impotente (l’anorgasmia femminile è correlata all’eiaculazione precoce maschile), rassegnata, priva di grandi progetti futuri.
E la Madre Terra, indebolita dal potere solare del maschio, sta inaridendo; ci stiamo avviando verso un’altra desertificazione?
La soluzione: rispettare ed amare il femminile e la Madre Terra, riconnettersi; liberare le scienze dai poteri politici ed economici ed utilizzarle per ri-sanare la Terra.
E soprattutto impariamo di nuovo a ridere.



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